Domani in Parlamento...
Se la riforma della legge elettorale avesse conosciuto la stessa determinazione e accelerazione della legge di riforma del sistema della difesa in Italia, oggi ci sarebbe un pezzetto di democrazia in più nel Belpaese. Domani, infatti, i rappresentanti del popolo sovrano nominati dalle segreterie dei partiti si troveranno a discutere (e speriamo a non approvare) il nuovo assetto della difesa che lascia mano libera all'apparato militare per spendere in nuove armi i soldi che risparmierà dalla riduzione del personale militare in esubero. Per questa ragione alle 11 ci si ritroverà davanti a Montecitorio con Sbilanciamoci, Rete Disarmo e Tavola della pace. D'altra parte non ci si poteva attendere altro, dal momento che il "tecnico" della difesa è un militare, anzi un generale. Ma ci chiediamo se questa è realmente la priorità nel riassetto dei conti. Siamo in molti a ritenere che una questione tanto delicata e che è in discussione da almeno vent'anni, non può essere deliberata nella fretta degli ultimi colpi di coda di legislatura. Ci si sarebbe aspettato molto altro. Ad esempio, che le cifre risparmiate potessero essere utilizzate per un'altra difesa in grado di creare clima di fiducia con i nostri vicini nel Mediterraneo e non con la creazione di ulteriori minacce. Ad esempio, di risparmiare in armi per investire nel sociale. Ad esempio, questo sarebbe un modo per celebrare degnamente la Giornata Mondiale dei diritti umani che ricorre proprio oggi. È chissà se ce ne ricordiamo.