Un'altra guerra con lo stesso copione
Siamo di nuovo in guerra. Ovvero il mondo non ha mai smesso di esserlo. I conflitti armati sul pianeta sono ancora molti e non tutti conosciuti. Ma qui c'è un'altra guerra che ci riguarda. Un altro conflitto in cui siamo inspiegabilmente coinvolti. Rassegnati a non avere altra immaginazione che quella della guerra "per risolvere le controversie internazionali". Il ricorso all'uso della forza sembra l'unica via. E avviene così che un paese come il Mali che la stragrande maggioranza degli italiani non sono in grado di rintracciare su un mappamondo, sembra comparso all'improvviso nella palude della violenza. E ancora una volta sono troppo pochi a chiedersi se non si poteva fare qualcosa prima che la situazione apparisse cancrena. Se davvero i bombardamenti che inevitabilmente colpiscono anche la popolazione civile costituiscono l'unica strada percorribile. In pochi a chiedersi se in tutto questo centri qualcosa il bisogno di approvvigionamento energetico della Francia, se c'entra qualcosa la vicinanza col Niger e se ai Paesi occidentali e del nord del mondo, gli abitanti del Mali e la lotta al terrorismo sta più a cuore dell’oro, del petrolio e soprattutto dell’uranio di cui quella regione è ricca.