Voto all’estero tra esclusi e frodi

14 febbraio 2013 - Tonio Dell'Olio

Il voto degli italiani all’estero non è la semplice elezione di 18 parlamentari (12 deputati + 6 senatori) da parte dei più di 4 milioni di italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti Estero). Anche se ricorderete che all’epoca del governo Prodi proprio quei voti alla fine si rivelarono essenziali. Il voto all’estero, che si svolge nella distrazione pressoché totale, è un test ulteriore di democrazia e trasparenza. Una via per osservare la tenuta delle nostre istituzione e la partecipazione reale di tutti i cittadini italiani ovunque essi siano. Eppure da quel voto è esclusa colpevolmente proprio la massa delle nuove generazioni temporaneamente residenti fuori dai confini nazionali per partecipare a progetti di ricerca, per lavoro, per un’esperienza di studio (vedi Erasmus). Sono soprattutto giovani. È uno scandalo! Le nostre istituzioni sembrano dire: il vostro voto non ci interessa. Per non parlare di schede inviate per posta, di segretezza dubbia, di un sistema farraginoso, confuso, problematico e soprattutto permeabile alla contraffazione e alla frode. Le mafie ci sguazzano e hanno già dimostrato in passato di saperlo fare bene. Per queste ragioni come Libera International abbiamo deciso di marcare stretto l’esercizio del voto e assicureremo una sorveglianza speciale almeno per lo spoglio. Nell’unico seggio italiano in cui vengono scrutinate quelle schede (Castelnuovo di Porto) noi ci saremo.

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