Stupri
A Ginevra, la responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha detto che il Sudafrica deve affrontare una "pandemia di violenza sessuale" e si è detta preoccupata per le poche condanne nei confronti degli stupratori. Le statistiche sono agghiaccianti: solo nel biennio 2011/2012 ci sono stati nel paese più di 64.500 casi di stupro. Mi è bastata una calcolatrice per verificare che ogni giorno in Sudafrica sono più di 88 le donne che vengono stuprate. In Sudafrica, confrontando le statistiche dell'accesso all'istruzione delle donne si apprende che è inferiore a quella della pratica della violenza sessuale. Le bambine hanno più opportunità di essere violentate che di andare a scuola. Nel 30% dei casi, la violenza è la prima esperienza sessuale delle adolescenti sudafricane. Ancora più agghiacciante la consuetudine dei cosiddetti "stupri correttivi" ai danni di donne che si dichiarano lesbiche o adottano un comportamento di questo tipo o vengono presunte tali. Quali mostruosità antropologiche, sociali, psicologiche... si nascondono dietro questi comportamenti? È vero che finora in Sudafrica come in India, dove la piaga o la "pandemia" è particolarmente violenta e diffusa le donne si sono mobilitate e hanno fatto sentire la propria voce. Ma non è forse vero che questo dramma che colpisce le donne deve interrogare profondamente anche i maschi? Ma quali storture hanno nutrito le coscienze di tanti uomini per poter giungere a tali atti di ferocia? E allora sfido gli uomini ad organizzare una mobilitazione globale per condannare la pratica della violenza sessuale e a fare un pellegrinaggio ciascuno nella propria coscienza per smentire che un piccolo stupratore non sia accovacciato in fondo a quello scantinato buio.