Quanto siamo provinciali!
La domanda è semplice: “Cosa sta succedendo nel frattempo in Mali, in Siria, in Libia… per parlare delle situazioni di cui in qualche modo il mondo dell’informazione ci ha dato qualche ragguaglio nel passato?” Le pagine dei giornali straripano di commenti, ipotesi e parole sui risultati elettorali. Le pagine degli esteri sono occupate dal Vaticano (!). Sembra quasi che le notizie internazionali da noi siano trattate come una sorta di riempitivo solo quando non c’è niente che venga ritenuto più importante nel nostro circondario. E questo avviene anche quando in altri paesi non fanno fatica a immaginare un altro governo ma bombardano, uccidono, violano i diritti umani… Siamo inguaribilmente provinciali. Non affannatevi a cercare nell’informazione italiana di oggi della morte di Stephane Hessel, politico, scrittore e diplomatico, nato a Berlino da una famiglia ebrea, combattente nella Resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald. Lo stesso che soltanto due anni fa aveva invaso il mondo con “Indignatevi”, un libretto destinato ai giovani e che ha dato vita a un movimento. Noi gli rendiamo omaggio e ringraziamo il buon Dio d’avercelo donato come testimone del nostro tempo. Nel frattempo i leader dei Paesi africani hanno firmato un accordo di pace per il Congo, prosegue la fame dei 395.000 rifugiati siriani in Giordania, in Messico il governo riconosce finalmente che sono 26.000 le persone scomparse (desaparecidos).