L'impegno contro la corruzione e l'impunità
Tante e tutte drammatiche le storie che abbiamo ascoltato nell'incontro a Città del Messico con alcuni familiari di desaparecidos e di vittime messicani. Il filo comune è la totale mancanza di fiducia nelle istituzioni, dalla polizia al governo. La mancanza di attenzione e di sensibilità, le risposte vaghe, le coperture, i silenzi, i meccanismi evidenti di corruzione. E poi le minacce nei confronti di coloro che hanno osato soltanto denunciare. Abbiamo incontrato genitori che sono costretti a vivere in località segrete e sotto protezione perché non si sono rassegnate e hanno indagato laddove la polizia non ha fornito alcuna risposta e non ha mostrato alcun interesse. Come per la scomparsa della figlia ventenne che Adela, la madre, ci descrive per la sua vitalità, i suoi interessi, la sua dedizione completa allo studio della psicologia. Non so se esistono parole efficaci per descrivere questo impasto di dolore e di indignazione, di rivolta interiore e di desiderio di verità. E di giustizia. La nostra proposta è che si lavori in rete e che la vicenda di uno diventi la storia di tutti. Che si ricerchi la verità su un singolo caso. Pretenderla. Ma nello stesso tempo è necessario cambiare il sistema che genera, protegge e favorisce una tale delinquenza a piede libero. Corruzione e impunità sono gravi quanto i rapimenti e le uccisioni. La nostra parte è di far conoscere fuori dai confini messicani il pianto delle vittime perché almeno l'orgoglio dei rappresentanti di questo Paese possa muovere verso la pratica della giustizia e della normalità. Sono questi i segni essenziali e primi della civiltà di una nazione.