Le ACLI dicono no agli F35
L'intervista di oggi pubblicata dal Messaggero al ministro della Difesa Mario Mauro, accanto ad "affermazioni condivisibili e di buon senso" come la riduzione dei costi per la Festa della Repubblica del 2 giugno, anche rinunciando all'esibizione delle frecce tricolori, contiene un proposito che incontra la ferma contrarietà delle Acli. Si tratta della volontà espressa dal ministro di confermare il piano di acquisti degli aerei da guerra F35.
"Riteniamo - afferma Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli - che in particolare in questa fase di crisi e di sacrifici che tutti i cittadini devono sopportare, l'acquisto di
questi 90 cacciabombardieri urti profondamente la loro sensibilità. Inoltre occorre domandarsi quanto questo tipo di armamenti, cacciabombardieri, capaci di seminare morte sui civili inermi, sia conforme al concetto di difesa sancito nella Costituzione. Per questo chiediamo al governo di rinunciare definitivamente all'acquisto degli F35".
Le Acli si dicono più propense a ritenere che la pace non si costruisca riempiendo gli armamentari, ma creando relazioni buone. "Per questo - afferma Alfredo Cucciniello, responsabile nazionale Acli pace - appare più logico e confacente a questi tempi di crisi un utilizzo sociale delle risorse che sarebbero richieste per l'acquisto di questi F35, dal cui programma molti Paesi sono già usciti in questi anni. La difesa della patria si realizza anche attraverso il servizio civile volontario, per il quale vengono centellinate le risorse e destinando ai comuni i fondi necessari per rimborsare le Forze Armate nei casi in cui
queste vengano impiegate in operazioni di protezione civile".
(ANSA).