Il potere dei segni sbarca a Lampedusa
Volendo dedicare Mosaico dei giorni di oggi alla storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, sarei tentato di lasciare questo foglio in bianco. Per rispettare la sua volontà di dare la parola ai gesti. Per lasciare spazio al silenzio che ci fa penetrare oltre la scorza degli eventi. Per non rischiare di scalfire la discrezione con cui Francesco vuole vivere queste ore nell’isola–porta d’Europa. Perché tutte le parole sembrano ormai consunte, inutili, abusate, inconsistenti, inadeguate o, peggio, ipocrite, davanti al dramma dei sepolti nel Mediterraneo. Nell’incontro fraterno e semplice con Papa Bergoglio gli ho parlato di don Tonino Bello ricordandogli, tra l’altro quell’espressione felice e densa: “A chi ostenta i segni del potere dobbiamo mostrare il potere dei segni”. Ho ben presente lo sguardo del Pontefice (lett. Costruttore di ponti) che si illumina davanti a quelle parole e che risponde: “In definitiva siamo chiamati a fare solo questo: esprimere il potere dei segni”.