Le imboscate dei narcos
Quando si parla di narcotraffico non tutti hanno un’idea precisa di ciò di cui si sta parlando. Molti pensano solo a trafficanti interessati a trasportare illecitamente droga per trarre il massimo guadagno possibile. La situazione invece è molto diversa e ha conosciuto un’escalation che dice come la faccenda sia sfuggita completamente di mano e che oggi si deve parlare di vero e proprio conflitto in corso. A farlo comprendere con tutta evidenza vi è la cronaca di quanto è avvenuto nelle ultime 24 ore in sei città dello Stato messicano di Michoacán. Uno dei cartelli più temibili chiamato dei Cavalieri Templari ha teso ben sei distinti agguati alla polizia. La tecnica è quella tipica della guerriglia. I narcos bloccano il traffico e sparano su pattuglie della polizia. Si tratta di agguati, di imboscate di bande criminali che non si limitano a difendersi nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia, ma che pianificano un’aggressione armata e uccidono. A volte gli agenti si danno alla fuga e, a puro scopo dimostrativo, i narcos danno alle fiamme i loro veicoli. La popolazione sembra oramai abituata a convivere con queste situazioni tanto che, anche per questo genere di imprese, ha coniato un termine apposito: narco-bloqueo. Sempre ieri, gli stessi Caballeros Templarios hanno aperto il fuoco nei confronti di centinaia di persone che protestavano contro la corruzione della polizia municipale di fronte al palazzo del comune a Los Reyes, nella zona indigena Purépecha, uccidendo cinque persone. Azioni di guerriglia che, nella sola giornata di ieri hanno provocato almeno 27 morti e più di 15 feriti tra gli agenti di polizia. Dobbiamo avere consapevolezza di tutto questo per poter reagire chiedendo con forza che l’emergenza venga considerata tale da tutta la comunità internazionale. La cosa riguarda anche noi.