Stessa spiaggia...
C’è la guerra in Siria, e non solo. Morti, profughi, orfani, rapimenti, dolore, angoscia, speranza. C’è stata la novità dell’appello del Papa, la sua voce per la pace contro la guerra e le armi ecc.
E poi? E poi, accendi la Tv alla sera e chi ti trovi? A parte la memoria trascinata e un po’ scontata dell’11 settembre 2001. Un po’ meno scontato il ricordo dell’11 settembre 1973 in Cile… Ti trovi i soliti personaggi, i soliti discorsi, i soliti conduttori (magari un po’ compiaciuti) nel vedere i loro soliti ospiti a fare le solite discussioni con i soliti metodi del parlarsi uno sull’altro. E l’argomento è il solito, sempre... ‘quello’. Se togli l’audio, a parte qualche volto nuovo, puoi tranquillamente immaginare che sia una vecchia puntata di 5, 10, 15 anni fa.
Che amarezza, che sconforto!! Il resto del mondo sembra non esistere.
Ringrazio Francesco, non quello di Roma, ma un amico di Bolzano, che scrivendo queste poche righe su fb ha rimesso in circolo un po’ di vita e di speranza: “Non so se questo Papa compirà davvero una rivoluzione come ci dice da Bolzano il più famoso teologo della liberazione brasiliana Leonardo Boff. Ma di giorno in giorno mi arriva alle orecchie una musica del tutto inedita: "La guerra? Mai più! Serve soltanto ad alimentare il commercio delle armi". "I conventi chiusi? Apriteli ai rifugiati". "Non credenti? Vale la coscienza". Senza scorte, con la borsa in mano, senza i sigilli del potere questo Papa parla. E dice...”