Un luogo per Don Tonino Bello - Costruttore di Pace
Delegazione Pax Christi incontra il Sindaco per chiedere l’intitolazione di un luogo pubblico a vent’anni dalla morte
Una delegazione del punto pace Pax Christi Bolzano ha incontrato il Sindaco Luigi Spagnolli per illustrare l’idea di intitolare un luogo pubblico della città alla memoria di don Tonino Bello, il vescovo "costruttore di pace" di cui si sta celebrando, in tante parti d’Italia, la memoria per i vent’anni dalla morte (20 aprile 1993). I referenti di Pax Christi hanno portato al Sindaco una lettera firmata da varie persone a livello locale e nazionale, fra cui don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, il don Tonio Dell’Olio, responsabile del settore internazionale di Libera, il coordinatore nazionale di Pax Christi don Renato Sacco, la direttrice di Mosaico di Pace Rosa Siciliano, lo scrittore Sergio Paronetto, il missionario comboniano Alex Zanotelli. Il legame fra il vescovo della pace, che apriva il suo episcopio ai barboni, agli immigrati, ai sbandati di Molfetta, Terlizzi e Giovinazzo e la città di Bolzano era molto stretto: " In tanti - si legge nel documento - ricordano la notte di fine anno del 1990 quando si tenne la tradizionale marcia per la pace di Pax Christi a Bolzano. Don Tonino venne e si mise alla testa del corteo insieme al vescovo Wilhelm Egger e ad Alexander Langer. Poi, nella chiesa dei Domenicani, don Tonino invocò la pace e si rivolse ai responsabili delle nazioni affinché fosse scongiurata l’operazione bellica in quella terra ricca di storia e di richiami biblici e fosse finalmente rotto l’embargo che stava causando la morte di bambini, anziani, malati. Si appoggiò al monito di Giovanni Paolo II: "La guerra è un’avventura senza ritorno!". Quella marcia della pace a Bolzano rimase nella memoria del vescovo e del movimento di Pax Christi. In una lettera inviata a Gina Abbate il vescovo volle poi salutare gli amici e tutta la città di Bolzano che aveva ospitato una delle marce pere la pace più intense e cariche di aspettative. E in seguito, quando gli si si chiedeva di quella marcia, sorrideva ricordando lo spettacolo della neve raccolta a mucchi ai lati delle strade".
"Un uomo di Dio – hanno scritto i responsabili di Pax Christi nella lettera presentata al Sindaco – che ha annunciato un mondo nuovo, un sacerdote che ha saputo conciliare profezia e storia, amore per il prossimo e denuncia verso tutte le forme di ingiustizie e contro tutte le guerre che hanno insanguinato il pianeta. Ha scritto molti libri, si è impegnato con tutte le forze per costruire sentieri di pace e di fratellanza. In tanti ricordano l’invocazione "in piedi costruttori di pace!" lanciata all’arena di Verona nel 1989 davanti a quindicimila persone. E poi l’ultima testimonianza nel 1992 già divorato dal cancro, quando s’imbarcò per la ex Jugoslavia dilaniata dalle granate per guidare la marcia dei cinquecento pacifisti che riuscirono, per un giorno e una notte, a rompere l’assedio di Sarajevo". "Sarebbe un segnale di grande valore – è stato detto durante l’incontro – se la città di Bolzano desse un riconoscimento alla storia, alla memoria e alla testimonianza di questo vescovo "fanciullo", pieno di idealità e ne riconoscesse l’importanza che ha avuto non solo dentro la chiesa ma per la costruzione della polis, intesa come comunità della pace, della giustizia e della salvaguardia dei diritti fondamentali della persona umana e dell’ambiente che ci circonda".