Siate cristiani squilibrati
Un incontro semplice, franco e sincero. Quasi una riunione di famiglia. A seguito di nostra richiesta, Papa Francesco ieri pomeriggio ha ricevuto una delegazione della Pro Civitate Christiana di Assisi. Non era facile raccontare in poche frasi ad un Papa "venuto dalla fine del mondo" il lungo cammino di una comunità che ben prima del Concilio intese rendere i laici protagonisti dell'annuncio nelle sue varie forme. Sembra quasi superfluo aggiungere che sdoganare la predicazione dall'esclusività clericale, rivolgersi ai lontani, seminare i germi di una fede adulta, coltivare il gusto della bellezza e del pensare... è pane quotidiano per Papa Francesco. Per questo la sintonia è stata totale, bella, sincera. Una sala del Pensionato di Santa Marta in cui un gruppo di persone si sono raccontate, hanno chiesto, soprattutto hanno ascoltato. Perché sopra ogni altra considerazione e persino al di là delle parole che, pure, il Papa ha rivolto, mi ha colpito la sua capacità di saper ascoltare. Poi ha parlato dei rischi del benessere materiale e spirituale inteso come imborghesimento "dei credenti in poltrona". "Una condizione - ha detto - che rende sterile il credere". E se dovessimo cogliere una consegna dalle sue parole, la troviamo nel suo invito a diventare "cristiani squilibrati", ovvero di parte, radicali, senza compromessi. Non c'è che dire. A prenderle sul serio, queste parole del Papa, sono un programma di rinnovamento secondo Vangelo e secondo Concilio. E quando gli abbiamo fatto dono dell'ultimo numero della rivista Rocca con l'inserto di Raniero La Valle che sostiene che la riforma della Chiesa passa necessariamente attraverso una seria riforma del papato, ha esclamato ironico: "Povero Papa!".