Quando si dice mafia

30 ottobre 2013 - Tonio Dell'Olio

Sbaglia chi ritiene che le questioni di mafia riguardino solo “casa nostra”. Ci sono altre organizzazioni criminali che - come le mafie che conosciamo meglio – hanno collegamenti stabili con gruppi finanziari e politici, con il mondo dell’informazioni e con il sistema di potere più ampio. In Giappone la Yakuza è una realtà tradizionale e ben consolidata. È passato solo un anno (23 ottobre 2012) da quando Keishu Tanaka, ministro della giustizia di quel Paese fu costretto alle dimissioni perché era stato dimostrato il suo legame con quei temibili gruppi criminali. Ma, in questi giorni, i giornali giapponesi riferiscono ampiamente di una grande inchiesta in corso in cui è coinvolto Mizuho, il secondo gruppo finanziario e, adesso, anche Mitsubishi Ufj e Sumitomo Mitsui. Finora è stato dimostrato che la Mizuho Bank ha trasferito 1,5 milioni di euro in 228 operazioni a membri di cosche Yakuza per l’acquisto di auto o computer. Anche lì come in Italia l’immagine più diffusa delle mafie è piuttosto naif e si ferma agli stereotipi tradizionali. Al contrario, in Giappone come in Italia, in Russia, in Cina, in Colombia... da molto molto tempo le mafie hanno operato un più pericoloso salto di qualità. Inquinano economia, finanza e politica e, queste, non sembrano affatto sdegnate dal contagio!

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