Il Niger? Ma dov’è…?
Ieri sera verso le 23 accendo la Tv. Sento al Tg che si parla con voce alterata di ‘situazione di una gravità inaudita’ di ‘morti’, di ‘pugnalate alla schiena’. Nella mia ingenuità penso che si stia parlando del Niger, dove sono state trovate morte nel deserto 87 persone, di cui 48 bambini. Profughi in fuga dalla morte attraverso il deserto, passando da Agadez che qualcuno chiama la Lampedusa del deserto. Tra di me penso che sono tragedie che ci dovrebbero aiutare tutti a riflettere, in questi giorni dei santi e dei morti.
Ma mi accorgo che non parlano del Niger. Magari stanno parlando della guerra in Siria o dei tanti morti in Iraq.
Invece no.
Alzo gli occhi, guardo lo schermo, vedo i volti e capisco che l’argomento di cui si parla è sempre... quello. Praticamente su tutti i canali.
Che sfrontatezza: di fronte a tragedie vere, a guerre dove la gente muore davvero continuare a parlare delle solite cose nei nostri salotti Tv, come se fossero tragedie vere, con morti veri!
Temo che, oltre a non interessare, non sappiano neanche dove sia il Niger, con chi confina…
Forse si poteva sperare che ne parlasse una trasmissione come C’era una volta... su Rai3. Ma la vogliono chiudere. La Rai non crede sia così importante parlare dei poveri in modo povero, degli ultimi, delle vittime. Ci sono argomenti più accattivanti e anche più costosi. Ma chissà, magari ai vertici Rai una riflessione che porti a un ripensamento sulla chiusura del programma C’era una volta… è sempre possibile! Ne saremmo contenti tutti, i poveri soprattutto.
E mentre grandi si spiano, i potenti difendono il loro potere e molti mass media rincorrono queste notizie, i poveri – in Italia, in Niger, in Iraq – semplicemente non fanno notizia, neanche quando muoiono.