Crisi di futuro
La crisi che viviamo si declina in forme e modalità molteplici e diverse dalla semplice mancanza di soldi. Peraltro accanto a quella economica, e forse più grave e più sottovalutata di quella, bisognerebbe preoccuparsi della crisi ecologica che con tutta evidenza presenta rischi drammatici. Ma se volessimo trovare un denominatore comune alle diverse declinazioni della crisi forse dobbiamo parlare di mancanza di futuro. Ciò che crea crisi vera e profonda è l’assenza di orizzonte, di vie d’uscita, di senso. Che è come dire che manca l’aria. Non sapere in quale direzione muovere i passi. Si è incapaci di progettare. Al contrario invece sembra che tutto il mondo politico, anche al di là delle demenziali baruffe condominiali e delle questioni ad personam, sia troppo concentrato sulle toppe piuttosto che sulla definizione di una programmazione competente. Distratti dai bottoni da attaccare sembra che nessuno metta mano a disegnare il vestito. E noi mai come in questo momento abbiamo bisogno più di stilisti che di rattoppatori. Manca l’aria, manca il respiro e per questo drammaticamente alcuni decidono di farla finita, i giovani sono paralizzati in un presente inconcludente e banale, il mondo del lavoro non decolla... Un progetto, qualcuno elabori un progetto. O almeno indichi dove trovare delle bombole d’ossigeno o un luogo in cui respirare bene.