Quel sindaco con la bandiera della pace

5 novembre 2013 - Giancarla Codrignani

Ieri era il 4 dedicato alle “Forze Armate”. Un sindaco con la bandiera della pace e la maglietta ha fatto scalpore perché i carabinieri non hanno gradito. A me viene un po’ da ridere: in anni lontani – non c’era ancora stato il “sessantotto” – alcuni studenti bolognesi si incontravano nella chiesa valdese metodista (a quell’epoca i cappellani militari avevano portato in tribunale don Milani e p. Balducci sostenitori dell’obiezione di coscienza al servizio militare allora obbligatorio) per ragionare di nonviolenza e, appunto, di quell’obiezione che interpellava la coscienza nei confronti di un principio costituzionale (e non di una sempre riformabile legge). Questi ragazzi (uno di loro oggi è magistrato) decisero di uscire e rivolgersi all’opinione pubblica proprio il 4 novembre, il giorno dell’“inutile strage” (26 milioni di vittime, metà civili), inutile perché i vantaggi acquisiti si potevano ottenere al tavolo negoziale preliminare, che comunque portò alla “vittoria” dell’Italia. Il volantino – non pregevolissimo nello stile, pensava la prof. cofirmataria – diceva che la guerra non era una bella trovata e che non si capiva perché solennizzare una guerra. In piazza Maggiore i futuri obiettori furono fermati e denunciati per vilipendio: un pretore intelligente – Mario Antonacci, da poco scomparso – informò questura e cittadini con una “declaratoria immediate” che il volantino diceva solo cose che stavano in tutti i libri di scuola. Forse è stata il mio primo intervento davvero “politico”; comunque, in sostanza, sono rimasta lì. E mi viene da ridere ancora vedendo il carabiniere che si allontana, offeso per un sindaco ingenuo come tutti quelli che dicono che il re è nudo.
Invece fa piangere il narcisismo dell’attuale ministro della difesa Mario Mauro che si esibisce pieno di orgoglio muscolare nella propaganda dell’investimento (perdente) italiano per una dotazione militare che altri Paesi ritengono inutile. La foto pubblicitaria dice, testuale: “To love peace, you must arm peace. F35 does that”. L’inglese elementare dice che “per amare la pace la si deve armare, cosa che fanno appunto gli F35”. Intanto, istalliamo a Niscemi la base di rilevamento satellitare che controllerà tutte le operazioni internazionali da parte della difesa Usa.
Forse le commemorazioni del 4 novembre1918 (che aveva giurato “mai più”) sono un po’superate, Bisognerebbe rammentarlo anche al presidente della Repubblica: le Forze Armate hanno la sola funzione prevista dall’articolo undici, su cui deve vigilare il Parlamento.

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