Dalla denutrizione alla malnutrizione
La denuncia arriva da Medici senza Frontiere:"Cibi che non daremmo mai da mangiare ai nostri figli vengono inviati come aiuto alimentare ai bambini più vulnerabili nelle aree in cui è diffusa la malnutrizione, nell'Africa sub-sahariana e in parte dell'Asia. Questo doppio standard deve finire". Responsabili sono soprattutto i maggior donatori - America, Unione Europea, Canada e Giappone - che continuano a fornire e finanziare l'acquisto di alimenti di bassa qualità nutrizionale per i Paesi in via di sviluppo nonostante le prove scientifiche della loro inefficacia a ridurre la malnutrizione infantile. Un dramma che colpisce 195 milioni di bambini nel mondo. Gli aiuti sbagliati costituiscono la causa del decesso di almeno un terzo degli 8 milioni di bambini sotto i 5 anni che muoiono ogni anno. La maggior parte degli aiuti alimentari sono a base di farine fortificate a base di grano e soia (CBS). "Nei primi due anni di vita, invece, i bambini hanno bisogno di una dieta a base di proteine di alta qualità, grassi essenziali, carboidrati, vitamine e minerali per scongiurare problemi nello sviluppo psico-fisico o il rischio di morte per malattie comuni. Purtroppo attualmente i programmi di aiuto alimentare non li includono", sottolinea Gianfranco De Maio responsabile medico Msf Italia. L'esperienza sul campo dice che i Paesi che sono riusciti a ridurre maggiormente i rischi di malnutrizione sono quelli che hanno impostato programmi alimentari che includono, ad esempio, latte e uova. Cibi che sono completamente assenti nelle liste dei donatori.