Le profezie di Alex Langer
Mi è capitato in questi giorni di rileggere alcune pagine dell'indimenticabile Alex Langer, profeta del pensiero e dell'agire ecologico. Mi colpisce l'attualità di parole che conservano freschezza e sapienza. Mi impressiona la verità contenuta in alcune affermazioni che oggi sembrano più urgenti di ieri perché non siamo stati capaci né di prenderle in considerazione e tantomeno di trasformare quelle intuizioni in scelte concrete. Langer sentiva l'incombenza improcrastinabile di "riparare il mondo". Non si trattava più di costruirlo, ma quanto di ripararlo dai disastri che il pensiero dogmatico della crescita senza limiti aveva provocato. Oggi ci rendiamo conto che se mettessimo mano a riparare il mondo e se questo diventasse un vero manifesto politico, un programma planetario, una visione pragmatica... avremmo forse scovato un varco nella crisi e posto le basi per un futuro possibile. Non si tratta solo di consumare di meno invece che incentivare la spesa, è piuttosto un'inversione radicale di tendenza e di cultura per un'economia alternativa e nuova in nome del benessere per tutti. Non più decrescita ma "abbondanza frugale" come la definisce Serge Latouche. Quanta saggezza in questo apparente ossimoro di un'abbondanza sobria che riesce a riconoscere il limite. Decrescita o frugalità non significa povertà, non significa regressione, sottosviluppo, tecnofobia. È invece una modalità nuova di vivere e di gestire le nostre relazioni con le persone e con le cose, nel tentativo di scoprire una diversa idea di abbondanza.