Quelle vite spezzate
Quante parole si affollano dentro le vite spezzate di imprenditori, commercianti e disoccupati. Ho ragione di ritenere che il numero di questo tipo di suicidi sia addirittura tragicamente più alto di quello che veniamo a conoscere ordinariamente. Fragilità, disperazione, dignità, orgoglio, viltà, rispettabilità, insicurezza, solitudine, panico, e poi amore, affetti, senso della vita… I numeri verdi di associazioni di imprenditori in collaborazione con gli ordini professionali di psicologi sono ancora poca cosa. Dovremmo essere tutti capaci di esercitare (vivere) una prossimità più attenta. Stare vicini, essere solidali. Una parola suggerita all’orecchio e al cuore di una persona, a volte può essere più preziosa di un prestito in denaro. A nessuna crisi dobbiamo consentire di rinchiuderci nei forzieri di cartone delle nostre solitudini. Ci si salva solo insieme. E forse, accanto alle storie di chi non ce l’ha fatta, dovremmo imparare a raccontare anche quelle di chi resiste, di chi decide di andare avanti. Quelle di chi legge negli occhi di un figlio o di un amico la mappa della vita.