Il baciamano
L'icona della Giornata (e non festa) della Donna è la foto del Presidente della Repubblica che bacia la mano di Lucia Annibali, 36 anni, col volto sfigurato dall'acido che il suo ex ha ordinato di lanciarle contro. Un baciamano, un giorno dell'anno, rischia di essere poca cosa. Un baciamano non è nemmeno una protesta, un riconoscimento, una rivendicazione. È solo un gesto di galanteria. Eppure quell'inchino della massima carica dello Stato davanti ad una donna può diventare una rivoluzione. Se quella Giornata diventa "tutti i giorni". Se cominciamo a considerare non più solo la Giornata della donna ma la donna della giornata, quella di tutti i giorni. Quella dietro la cassa del supermercato e quella delle corrispondenze dai luoghi di guerra. Se la mano da baciare non è più solo quella di una donna che ha rischiato di soccombere di fronte alla violenza ma anche quella di chi ogni giorno vive con ordinario coraggio la passione per la vita. Un baciamano alle anonime casalinghe significherebbe semplicemente riconoscerne l'esistenza. Un inchino alle mamme che non hanno mai partorito completamente le loro figlie e i loro figli e soffrono con loro e per loro nel silenzio. Doglie e travaglio di cui pochi si accorgono. Mani da baciare a chi il proprio ruolo se l'è conquistato almeno col doppio della fatica rispetto ai colleghi maschi. Perché certe storie un conto è ascoltarle e cercare di comprenderle. Altro è viverle sulla propria pelle. Ci sono ustioni e cicatrici invisibili o nascoste che il mondo degli uomini deve ancora cominciare a imparare a scorgere. E allora baciamo la mano di una donna oggi e domani e ancora dopo quando le mimose saranno appassite e non ci saranno copertine e servizi speciali.