Totò, Anna e Papa Francesco
Anna è una donna ormai anziana che vive a Palizzi in provincia di Reggio Calabria insieme a suo marito Totò. Sul suo vestito nero pende una catena d’oro che custodisce la piccola foto di Celestino che sorride. Celestino fu ucciso all’alba del 29 novembre 1996 in una campagna circostante dove aveva accettato di accompagnare un amico a governare gli animali. Celestino frequentava l’università, suonava il sassofono nella banda del paese e tifava Inter. Quella mattina non fece ritorno a casa. Fu freddato da numerosi colpi di lupara. Anni dopo le indagini vennero archiviate per “carenza di indizi utili a procedere”. Con ogni probabilità, quel giovane dalla vita gioiosa e cristallina, era stato testimone inconsapevole di un regolamento di conti in cui non centrava assolutamente nulla. Uno dei tanti agguati di mafia che restano sepolti nella polvere dei giornali del giorno dopo e che non ricordiamo più. Totò e Anna, insieme a tanti altri familiari di vittime di mafia, il prossimo 21 marzo vivranno una veglia di preghiera insieme a Papa Francesco che vorrà abbracciarli uno per uno. Nient’altro che un segno. Di affetto e di rispetto. Una traccia di memoria che Libera rinnova di anno in anno e che adesso incontra l’attenzione, la capacità di ascolto, la sensibilità umana e cristiana di un Papa vicino a tutti. E in particolare alle ferite che non si rimarginano. È solo un segno. Ma per Totò e Anna è un balsamo che afferma un diritto. Il diritto alla memoria.