La cultura dell'incontro
Promuovere una cultura dell'incontro sta diventando un'emergenza. Perché non si può continuare ad ignorare gli uni la vita dell'altro. Nè si comprende perché ciascuno debba stupidamente impoverire la propria esistenza lasciando chiusa la porta a chi ha qualcosa di nuovo, di diverso, e forse di bello, da far conoscere. Ma la cultura dell'incontro è il primo strato dell'edificio della solidarietà cui siamo condannati dalla stessa natura. Perché non nasciamo isole. E non riusciremmo a vivere in un arcipelago. Siamo un tutt'uno. E saremo sempre più noi stessi se promuoviamo l'incontro. Esattamente il contrario dello scontro. Parola abusata perché te la ritrovi tra i piedi non solo per descrivere l'impatto tra automezzi, ma anche quello tra uomini politici o tra uomini armati o uomini semplicemente distratti. E chi si scontra, normalmente si fa male. Ma qui non si tratta di evitare lo scontro quanto di provocare l'incontro. Elemento fondamentale per la crescita. La vera crescita. Anche nelle "competizioni" elettorali se dovessi decidere di votare candidati che hanno un linguaggio, un atteggiamento e una volontà forgiata all'incontro, rischierei di condannarmi all'astensione! Lo scontro è l'esatto contrario del significato stesso della politica che oggi sembra cadere proprio sotto i colpi di coloro che si iscrivono a costruirla. Paradosso cui chiediamo la grazia di non rassegnarci mai.