A mollo ma non mollo
É proprio vero. È sempre vero. Quando le situazioni non le vivi in prima persona non le comprendi mai sino in fondo. Forse puoi intuirne le difficoltà, ma non riesci a guardare tra le pieghe, non ti rendi conto del disagio più vero e delle conseguenze. Ieri sono stato a Senigallia, città provata dall'alluvione del 3 maggio scorso. Uno pensa che passata l'emergenza tutto sia ritornato come prima. E invece ci sono ancora persone che non possono rientrare nelle proprie abitazioni, anziani che fanno fatica a separarsi dalle cose di casa, gente che è scampata per un soffio alla tragedia e che continua a rivivere ogni notte il pericolo del fango che ti trasporta via... La vera emergenza non finisce con la pioggia o quando il fiume rientra nell'argine. Piuttosto inizia quando i riflettori si spengono e la maggioranza della gente pensa che il pericolo sia scampato. Intanto tu hai dovuto buttar via i mobili di casa con tutto ciò che contenevano, gli elettrodomestici, i ricordi di una vita. Non c'è più né acqua e né fango in casa o in cantina perché tanti, ma proprio tanti in quei giorni si sono prodigati a spalare e prosciugare e buttar via tante cose ormai inservibili. Ma adesso che sei rimasto solo c'è tutta quell'umidità impossibile da mandar via e che genera muffa, scarafaggi, cattivo odore e non sai cosa fare. Hai bisogno delle cose semplici e quotidiane della vita e non sai come fare. Anche ieri ho avuto la conferma che la risposta migliore arriva solo dalla solidarietà. Sincera, autentica, semplice, intelligente. Che non dimentica. Me lo ricorda la maglietta di Stefania su cui è stampata una frase: A mollo ma non mollo - Senigallia 3 maggio 2014. Così di fronte al mare penso alla gente dei Balcani che in queste ore ha cominciato a vivere un'emergenza ancora più drammatica e che proseguirà anche quando non ci sarà più nemmeno un trafiletto sui giornali a ricordarla.