Il pianto delle Madres
Di ritorno dalle dieci giornate colombiane tante immagini, tante voci. Tanti dolori. Quelli delle Madres. Scritto maiuscolo. Perché ne abbiamo incontrate tante di donne che si sono messe insieme per chiedere verità e giustizia per i propri figli. Sequestrati, torturati, uccisi. Qualche anno fa, l'attuale presidente Santos, allora ministro della difesa, aveva promesso incentivi, licenze premio e scatti di carriera ai militari che avessero ucciso un guerrigliero. A testimonianza di ciò una circolare firmata di suo pugno. Da quel momento non si conta il numero dei "falsos positivos". Giovani del tutto inconsapevoli, sequestrati ed uccisi, rivestiti con una mimetica, spesso fuori misura, fotografati con armi obsolete e presentati pubblicamente come guerriglieri uccisi in combattimento. A chiedere verità per queste crudeltà, soltanto le loro madri e il Collettivo degli avvocati José Alvear Restrepo impegnati nel triste ma importante servizio di medicina legale che porta allo scoperto i casi che altrimenti sarebbero rimasti nascosti a tutti. Il pianto di quelle madri ha contagiato tutti i partecipanti a Giramondi, il gruppo di visitatori internazionali di Libera International che nei giorni scorsi ha incontrato organizzazioni di base, associazioni e persone impegnate per la giustizia vera in questa terra martoriata. Da tutti lo stesso grido: da soli non ce la facciamo e abbiamo bisogno di una solidarietà internazionale che faccia conoscere al mondo il nostro dramma.