Le acque di Israele

18 giugno 2014 - Tonio Dell'Olio

Dal sito bocchescucite.org leggo una dichiarazione di Giuseppe Sala, Commissario unico di Expo 2015: “Per lanciare nel mondo Expo 2015, tra tutti i luoghi del mondo abbiamo scelto Israele e l’Italia ne è profondamente onorata. Israele, pur essendo un paese arido, non baciato dalla fortuna di un ambiente ricco di acqua, ha saputo sfruttare al meglio tutte le risorse idriche di questa terra, dirottandole nelle sue più moderne strutture. L’onore di essere stati ricevuti dal Premier Netanyahu rappresenta la migliore inaugurazione di questo evento mondiale”. Peccato che Sala dimentica che molto spesso quelle acque sono state “dirottate” dai territori palestinesi, sono gestite come una minaccia da parte delle autorità israeliane contro i palestinesi, che nel corso delle rappresaglie israeliane spesso vengono chiuse proprio le reti idriche di approvvigionamento per i palestinesi e che la Striscia di Gaza, che è l’area del mondo più densamente abitata, è destinata a restare senz’acqua entro il 2020. Se invece che ascoltare soltanto Netanyahu, Sala avesse dato un’occhiata anche agli studi dell'Ufficio per la Coordinazione degli Affari Umanitari (O.C.H.A.) delle Nazioni Unite, se ne sarebbe reso conto. Insomma un vero e proprio passo falso per Expo 2015 che non aiuta certo il processo di pace in Medioriente dal momento che quello dell’acqua è uno dei punti più controversi delle trattative.

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