La coerenza di Bergoglio
Non è “tolleranza zero” come commentano molti opinionisti questa mattina, ma semplicemente volontà di giustizia e coerenza. Parliamo della riduzione allo stato laicale e degli arresti domiciliari in Vaticano cui è stato sottoposto Mons. Jozef Wesolowski, già nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana dove – a quanto pare - si è reso responsabile di gravi atti di pedofilia. I titoli dei giornali enfatizzano che si tratta della prima volta in cui viene assunto un provvedimento di questo tipo, ma bisognerebbe piuttosto considerare che questa dovrebbe essere (e avrebbe dovuto essere) la normalità. Ciò che non è normale è il clima di copertura e tolleranza che si è registrato in troppi casi e che ai più è suonato come mancanza di collaborazione, sottile complicità e ulteriore offesa alle vittime e ai loro familiari. L’altro dato importante che viene da tutti sottolineato riguarda il consenso di Papa Bergoglio rispetto ai provvedimenti assunti. Ma qui il messaggio è ancora più esplicito. Si tratta del passaggio dalle parole ai fatti. Se le parole di questo Papa, per lo stile, il linguaggio e i temi che tocca, sono molto in discontinuità con quello dei predecessori, è ancora più importante verificare che dalle parole si passi ai fatti. Si chiama coerenza ed è un valore evangelico a cui Gesù sembra richiamare con un rigore particolare. Che questo oggi sia affermato nei fatti in maniera evidente dalla chiesa gerarchica non può che essere salutato come un segno di speranza.