Il ritorno nella scuola di Peshawar
Ieri hanno fatto rientro a scuola gli studenti della scuola pubblica militare di Peshawar, in Pakistan, dove il 16 dicembre scorso un attacco terroristico, rivendicato dai taleban, ha causato la morte di 145 persone, di cui 132 studenti tra i 10 e i 18 anni. Agli auguri aggiungiamo una preghiera e l’impego di non dimenticarli. Avranno la vita segnata per sempre questi ragazzi che sono sopravvissuti alle pallottole e, speriamo, possano resistere anche all’odio. Tra loro c’è chi ha perso un amico o un fratello, un genitore o un insegnante. Non sarà facile ricominciare, vincere la paura, tornare a credere nella vita, ad aprire credito alla fiducia nell’altro. Forse nei loro occhi ogni presenza è un potenziale nemico e durante il giorno scontano l’insonnia e gli incubi della notte. Per questo hanno bisogno – questi ragazzi - di sapere che il mondo non li ha dimenticati. Sarebbe bello che ogni classe di studenti del mondo faccia pervenire loro un messaggio, semplice, di amicizia. Non dissolverebbe le loro paure, ma aiuterebbe a comprendere che esiste un altro mondo che non si lascia guidare dalla bussola dell’odio, ma della solidarietà. Quasi a scongiurare altri sfregi da parte di chi vede nella scuola, nell’istruzione, nel sapere, nell’educazione il suo principale nemico e a far comprendere che la scuola, l’istruzione, il sapere, l’educazione e… la vita, hanno molti simpatizzanti nel mondo. L’ambasciata pakistana in Italia potrebbe raccogliere e inoltrare i messaggi (Ambasciata del Pakistan in Italia, via della Camilluccia, 682, 00135, Roma; email: pareprome@mofa.gov.pk, ambassador@pakembassy.it).