Ebola motivi di speranza

20 gennaio 2015 - Tonio Dell'Olio

Da ieri in Guinea Equatoriale le scuole sono ufficialmente riaperte dopo sette mesi di interruzione delle lezioni a causa dell’epidemia di Ebola. Si tratta più di un atto simbolico, che di una vera e propria ripresa. Sono molti i banchi vuoti. Alcuni tra docenti e alunni sono rimasti vittime dell’epidemia, alcune famiglie non sono più nelle condizioni di sostenere le spese necessarie al prosieguo degli studi, altri non ritengono che l’allarme sia realmente cessato e preferiscono tenere i figli a casa. In ogni caso, la riapertura delle scuole è un segno di speranza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola che 21.296 siano state le persone che hanno contratto il virus finora in tutto il mondo e 8.429 le vittime. Alcune organizzazioni non governative parlano di più di 10.000 morti perché vi sono casi in cui non è stato registrato correttamente il motivo del decesso. Le nazioni più colpite sono la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone. Ma è comunque un dato confortante che dallo scorso mese di agosto, oggi si registra il numero più basso di morti per Ebola e che da ieri ufficialmente il governo del Mali, d’accordo con l’Oms, abbia dichiarato il cessato allarme perché sono trascorsi più di 42 giorni dall’ultimo contagio (6 dicembre scorso). Per queste ragioni anche la ripresa delle lezioni è il segno di una vita che si rimette in marcia, di un timido tentativo di riprendersi la normalità da parte di alcuni coinquilini del nostro stesso mondo.

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