Quando si accoglie un trans

5 febbraio 2015 - Tonio Dell'Olio

Continuo a sostenere che non siamo preparati a leggere i gesti di papa Francesco con la stessa capacità interpretativa con cui ci si esercita sulle parole. E così avviene che non diamo il giusto peso ad alcuni segni che pure lui pone nella consapevolezza che non passino inosservati. Come hanno riferito i media e, primo tra tutto il quotidiano spagnolo Hoy, il 26 gennaio scorso il Papa ha incontrato privatamente Diego Neria Lejarraga e la sua fidanzata. Nessuno scoop se non fosse per il fatto che Diego è un’ex donna di 48 anni credente e praticante, emarginata dai fedeli della sua chiesa di Plasencia, in Estremadura, Spagna. Infatti dopo aver cambiato sesso con un intervento chirurgico, si è sentito respinto e umiliato dalla stessa comunità cristiana di cui era parte. Incoraggiato però dal suo vescovo col quale si era confidato e dal quale aveva trovato comprensione, ha provato a scrivere al Papa che lo ha chiamato per ben due volte nel corso del mese di dicembre scorso, fino a fissare l’appuntamento del 26 gennaio. Un incontro semplice, fatto di abbracci, di ascolto, di comprensione. Perché nessuna dottrina, nessun precetto, nessun canone può ignorare le persone, i loro percorsi, il loro dolore, le loro fatiche. A ben guardare si tratta dello stesso stile di Gesù che per questo riceveva la tenace opposizione dei dotti e dei benpensanti e l’affetto dei poveri e degli esclusi. 

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