Se l’informazione mette l’elmetto..
Lo sappiamo tutti, lo leggiamo sui libri e lo diciamo nei convegni. Ma viverlo in diretta è un’altra cosa. Sì, sappiamo che in tempo di guerra l’informazione (quasi tutta) rischia di essere arruolata. Ma sono rimasto allibito l’altra sera, 18 febbraio, guardando il TG3-Linea notte. Ospiti in studio il sen Paolo Romani, (F.I.), il sen. Gaetano Quagliariello (N.C.D.), Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio anche la cantante Tosca, ma non per parlare dei temi affrontati invece dai tre illustri ospiti che hanno parlato di Libia, di migranti, di barconi, di bombardamenti e operazioni militari, di interessi nazionali e fonti energetiche vitali.. Il clima era da Bar dello Sport , dove vince chi la spara più grossa: bombardare i barconi, intervenire militarmente anche senza l’ONU. D’altronde basta andare sul sito di Analisi Difesa e subito la prima scritta che appare è: Finmeccanica. In gioco ci sono interessi nazionali e quindi – questa la loro tesi – ognuno cerchi di tutelarli come può. Non mi sembra di aver mai sentito la parola ‘Costituzione’ o ‘Presidente della Repubblica’. L’ONU è stato spesso citato come una macchina lenta e improduttiva, con toni quasi canzonatori. Appunto come si parla degli arbitri al Bar dello Sport. Neanche la Domenica Sportiva tratta in questo modo gli arbitri, come invece hanno trattato l’ONU gli ospiti in studio l’altra sera. Ma quello che mi ha colpito è la mancanza di un parere diverso, di un confronto: tre ospiti, tutti e tre allineati!
Eppure dal mondo politico stanno emergendo posizioni diverse, più ragionevoli, meno interventiste. E perché quando si sente aria di guerra viene dato grande spazio solamente (o quasi) agli strateghi militari?
È vero: in tempo di guerra la prima vittima è la verità. Pensiamo al cormorano ricoperto di petrolio nel 1991, alle armi di distruzione di massa di Saddam, alla guerra in Bosnia, alle notizie con foto dalla Siria o dall’Ucraina, o a qualche inviata Rai che nel 2003 è entrata a Baghdad a bordo dei carri-armati USA. Ma è anche vero che in questi giorni ci troviamo di fronte a una informazione che rischia di preparare il terreno per la guerra, che la deve rendere più accettabile. Motivata dalla paura, dal terrore e dagli interessi da difendere.
Non so cosa ascolteremo e vivremo nei prossimi giorni. Siamo all’inizio della Quaresima, tempo di conversione. L’impegno sia anche per una conversione dell’informazione che metta al centro la persona, i diritti, la verità, la giustizia, non gli interessi. Il cammino è sicuramente in salita, faticoso, appunto come la Quaresima.