Finalmente un terrorista!
Prima ancora di scomodare la norma garantista della presunzione di innocenza, bisognerebbe adottare il più semplice principio del buon senso. Attendere, cioè, che le nubi dell’inchiesta prendano luce, che si faccia chiarezza. E, invece, la cattura su mandato internazionale di Abdel Majid Touil, nell’hinterland milanese, sembra la più classica delle pistole fumanti, che finalmente dà ragione a chi da tempo – bava alla bocca – sostiene che i barconi giungono sulle nostre coste stracarichi di terroristi pronti a ordire stragi ai danni degli italiani e non di poveri disgraziati disposti a mettere in gioco la propria vita, pur di sottrarsi a qualche inferno. Solo questo basta ad accendere la miccia per far esplodere una rabbia xenofoba, che non aspettava altro. Finalmente un terrorista arrivato sui barconi! Chiudiamo definitivamente le frontiere. Ma siccome gli annali delle cronache giudiziarie sono stracolme di caccia al mostro, di carte moschicide e di falsi allarmi sgonfiatesi nel giro di poche ore, il buon senso suggerisce di attendere per valutare e distinguere. Ma forse, anche in questo caso, si chiede troppo a chi velocemente pretende di vedere alimentate le paure altrui e la propria popolarità, in termini di consenso elettorale, dall’arresto di un giovane arrivato dalla Libia su un barcone di fortuna sulle coste siciliane per unirsi a sua madre nell’hinterland milanese. Sicuramente Abdel è una vittima. Tutto da dimostrare che sia un carnefice. Finora, altrettanto sicuramente, è un pezzo pregiato nel mercato elettorale.