Al migrante ignoto
Più che un simbolo è un monito. Il tentativo di ricordare la dignità che è il filo sottile tra tutte le persone al di là delle razze, della condizione sociale, delle nazionalità, delle appartenenze. Segno universale della condizione di persone migranti. Per smarcarsi dalle strumentalizzazioni facili della politica con la P minuscola, minuscolissima. La proposta di un monumento nazionale è dell’associazione A. Aglietta ma intanto l’amministrazione di Palermo, per bocca del sindaco Orlando, ha annunciato di voler costruire un monumento “al migrante ignoto” a Palermo, presso il Foro Italico che si affaccia sul mare. Al migrante ignoto. Quello di ieri che eravamo anche noi e quello di oggi che sono gli altri. A quelli sepolti nell’acqua troppo salata del Mediterraneo, ma anche a quelli al confine tra il Messico e gli USA, tra Malaysia e Tailandia, nel deserto del Sinai. Al migrante ignoto, vittima dei trafficanti senza scrupoli di esseri umani e di politiche mondiali che permettono l’accesso alle merci ma non alle persone. Perché come il milite ignoto, è un segno che dice al futuro del genere umano no a ogni tipo di violenza, anche alla guerra alla povertà e alla disperazione che, nella carambola del linguaggio, abbiamo imparato a chiamare con altri nomi.