Digiuno a staffetta
Mentre vicende inquietanti e rovinose incalzano su vari scenari mondiali, di cui il flusso ininterrotto di profughi nel Mediterraneo è quotidiana testimonianza, FRANCESCO, vescovo di Roma e papa esorta i cristiani e i fedeli di tutte le religioni a far sentire la loro voce sulle questioni che stanno sconvolgendo l'immagine dell'uomo e del creato.
Proprio su questi versanti (a difesa dell'uomo e del creato) don Albino Bizzotto (padre fondatore dell'associazione “Beati i costruttori di pace”) sta, in questi giorni, impegnando la sua vita e la sua persona in un digiuno a sola acqua, oramai già al settimo giorno.
Questo suo gesto, oltre a suscitare in noi grande attenzione e piena solidarietà, interpella la nostra coscienza di cristiani su questioni fondamentali, ricordandoci che:
* l'accoglienza di ogni creatura umana (e di ogni essere vivente) non è optional, ma impegno prioritario:
“Ero forestiero, affamato, malato, in carcere
e mi avete riconosciuto e accolto nel più piccolo dei miei fratelli.
Venite benedetti nella casa del Padre mio... (Mt 25);
* anche la Terra è una creatura vivente (Madre che in Dio ci ha generato) e come tale va rispettata, coltivata e amata:
“Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino dell'Eden,
perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15 ).
Oggi, ci ricorda don Albino “l'emergenza terra si presenta con una gravità da metastasi”.
Per questo, nell'attuale passaggio d'epoca che ci vede protagonisti (spesso passivi) si fa sempre più impellente la necessità di passare anche nei confronti della natura da una cultura di guerra e di predominio con conseguenti devastazioni e sfruttamento spregiudicato delle risorse del pianeta ad una cultura di pace, in grado di ridare respiro alla terra e di ristabilire con essa, prima generatrice di vita per tutti, una relazione di rispetto profondo e di cura attenta mirata alla valorizzazione dei suoi prodotti in una logica di condivisione con tutti gli esseri viventi. Divenire, così promotori e attori di quello che Ernesto Balducci profeticamente chiamava “ecumenismo creaturale”: una forma nuova che abbraccia in un unico cerchio non solo i credenti di tutte le religioni e quanti si fanno propagatori del Bene, ma anche tutte le creature dell'universo.
Anche il Festival biblico (21 maggio-2giugno), evento di particolare significato e risonanza per le nostre comunità, con al centro il grande tema “Custodire la terra, coltivare l'umano”, ci richiama direttamente alla centralità di queste due dimensioni, che, soprattutto nel momento storico attuale hanno bisogno di ritrovarsi, come in un unico abbraccio, armoniosamente coniugate insieme.
Anche per la nostra città di Vicenza, già gravata da pesanti strutture militari che mortificano la sua vocazione alla convivenza pacifica, e ora messa a dura prova da nuove realtà emergenti, che stanno compromettendo con spregiudicate devastazioni l'equilibrio del territorio (vedi Pedemontana) e della stessa realtà cittadina (vedi progetto per la TAV o TAC come la si voglia chiamare) si fa sempre più impellente la necessità di rilanciare questo grande prioritario impegno di custodire il creato per coltivare l'umano.
Per questo a partire da mercoledì 20 maggio 2015, dopo aver sostato in preghiera per la pace, come mensilmente facciamo davanti al capitello di via Ferrarin nelle adiacenze della base militare Dal Din, daremo inizio ad un digiuno a staffetta a tempo indeterminato, per prendere coscienza e richiamare prima di tutto a noi stessi questo imperativo categorico che il festival biblico si appresta a celebrare e che l'azione di don Albino sta testimoniando: custodire il creato per coltivare l'umano.