E ora passiamo alla politica
Mi è successo ieri in ben due telegiornali (Rai 1 e Sky Tg24) di ascoltare il conduttore che, dopo il servizio sui migranti, il loro dramma, le polemiche e le prese di posizione sul rifiuto ad accoglierli... ha introdotto la seconda notizia, quella sui risultati elettorali di alcuni comuni, dicendo: “E ora passiamo alla politica...”. Ma come? Non è forse politica anche quella delle persone che, perseguitate da fame, guerra e violazione dei diritti umani, fuggono in cerca di speranza? Non è la politica, ovvero la capacità di operare per il bene di tutti, a doversi fare carico della vita e della sua qualità, a trovare una soluzione che rispetti innanzitutto la dignità di quelle persone? La verità è che siamo intimamente persuasi che la politica riguardi solo l’occupazione dei posti nei palazzi e l’equilibrio delle forze in gioco in grado di sostenere questa o quella maggioranza. Sarà per questo che molti quando sentono: “E ora passiamo alla politica...” cambia canale, ovvero diserta le urne, prende le distanze dalla politica dei partiti e delle competizioni, dalle urla sovrapposte nei salotti televisivi. Strano a dirsi ma penso seriamente che l’antipolitica sia proprio questa e che la politica vera sia quella di sforzarsi – tutti insieme partiti, istituzioni, società civile – di trovare soluzioni praticabili ai problemi della gente. Soprattutto delle persone messe peggio.