Riprendersi la città
Riprendo e rilancio il racconto postato in Facebook da Emilia Dalla Chiesa, un’amica milanese. Quanta sapienza in questa esperienza! E quanto si potrebbe replicare. Meditate gente meditate. E fate.
“Qualche anno fa la nostra strada fu invasa da prostitute giovanissime che venivano scaricate, notte dopo notte, da macchine senza volto. Arrivavano, si cambiavano per la strada, complice una piccola via laterale, e avevano tutte gli stivali bianchi che le rendevano visibili ai clienti che arrivavano, e ne arrivavano tanti, ma soprattutto dovevano essere visibili alle macchine senza volto. Poi la prostituzione avveniva nelle auto e altre volte contro i muri dei palazzi. La situazione era pazzesca. Chiamammo i vigili, la polizia, i carabinieri ma questo traffico continuava rendendo difficile anche il ritorno a casa la notte, soprattutto per le donne. Noi della strada ci riunimmo e quando incominciarono ad arrivare le proposte di assumere guardie armate, arrivò come un lampo l'idea di creare noi abitanti della via un comitato, IL COMITATO DELLE SEDIE. Decidemmo di vivere la strada scendendo tutte le sere giù con una sedia. Ci fermavamo così facendo cerchio, parlando, bevendo tisane calde, attaccando foglietti sui palazzi con su scritto "Sorridi cliente, noi ti fotografiamo", invitammo la scuola di tango a ballare per noi, facemmo musica con amici generosi e anche teatro. La strada diventò nostra e la prostituzione finì e non tornò più. La cosa più bella di questa storia è che tra noi cittadini nacque una bellissima amicizia e soprattutto ci scoprimmo comunità. A Milano”.