Come sempre in silenzio
Il dramma di profughi e migranti continua ad occupare le prime pagine e mettere a nudo le ipocrisie di chi è capace solo di parlare, il “naufragio delle coscienze” per dirla con Luigi Ciotti, il paradosso per cui merci e confini sono i simulacri intoccabili a differenza delle persone in carne ed ossa e lo sciacallaggio politico e umano dei Salvini. In questo muro di inchiostro e di parole stenta a farsi largo – come sempre – il bene che cresce in silenzio. Si tratta delle migliaia di persone che mettono a disposizione case, alloggi, spazi per ospitare la disperazione e trasformarla in speranza. Chi avrebbe mai detto che persino dalla remota Islanda potesse giungere la notizia che una catena lanciata in Facebook potesse arrivare a censire 12.000 cittadini (il 4% della popolazione) disposti a ospitare profughi e migranti? Ha iniziato Bryndis Bjorgvinsdottir, una professoressa, quasi indignata dalla decisione del governo che aveva offerto la disponibilità ad accogliere non più di 50 persone e ora l’esecutivo si trova costretto a mappare disponibilità e richieste in numero enormemente superiore. Ma anche in Italia, dal nord al sud, sta avvenendo lo stesso. Nel silenzio, come sempre. Ma avviene.