Il muro in costruzione
C’è un altro muro invisibile (ma dagli effetti visibilissimi) che si sta erigendo alto e possente in giro per l’Europa. Non si tratta della rete ungherese ed è più pervicace e pericoloso di tutti gli altri muri esistenti. Si tratta del muro che separa e distingue i profughi, i richiedenti asilo, “quelli che scappano dalla guerra” e che persino Salvini ora è disposto ad accogliere nel suo bilocale milanese, dai “migranti economici” che è l’eufemismo con cui definiamo quelli che scappano dalla fame. I richiedenti asilo non sono solo coloro che scappano dalle guerre ma anche dalla violazione dei diritti fondamentali. E quello alla sopravvivenza di sé e della propria famiglia è diritto fondamentale, primario, vitale. L’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dice: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. E continuo a non comprendere perché a un giovane italiano in cerca di lavoro, ossia in cerca della realizzazione della propria esistenza, nessuno obietti alcunché se fugge via col proprio cervello e col proprio stomaco verso terre che forse possono offrire quel lavoro agognato e negato in Italia e invece rispediamo al mittente le persone che cercano dignità e pane, lavoro e realizzazione, provenienti dal Mali, dalla Nigeria, dal Sudan, dal Bangladesh. Il muro dell’ipocrisia è duro da abbattere.