Elogio della lentezza
Nei primi giorni di ottobre, a Padova, l’associazione Vite in viaggio ha realizzato la quarta edizione del Festival della Lentezza che ha il sapore d’essere un po’ più originale rispetto agli altri festival che sovrabbondano in ogni angolo della penisola. Coerentemente ha cadenza biennale! Di fatto si presenta come una rassegna culturale che si serve di laboratori, incontri, spettacoli e concerti “che vogliono condurre il partecipante in un affascinante percorso sul tema della lentezza attraverso le pieghe di una cultura non accademica, in grado di aprirsi al più vasto pubblico possibile”. Ma quanto bisogno abbiamo di introdurre il sale della lentezza nelle nostre giornate! Di una passeggiata, di una favola raccontata a un bambino, di stupirci davanti al mutare dei colori e delle stagioni, di fermarsi a parlare, di pregare. Di ritrovare la pazienza per attendere che i frutti maturino e non solo quelli della terra ma anche quelli della vita. E mi ritornano le parole di Alex Langer che raccomandava “lentius, profundius, dulcius” (più lento, più profondo, più dolce). Forse essere più lenti significa essere più umani. Fermiamoci un attimo a pensare.