4 novembre

4 novembre 2015 - Tonio Dell’Olio

E se il 4 novembre non fosse più considerato un giorno di festa? Per la vittoria, poi! Semplicemente una giornata dedicata alla riflessione sulla tragica stupidità della guerra. Tutti a prometterci gli uni gli altri che mai più penseremo di risolvere i conflitti con gli strumenti in grado di stabilire solo chi è il più forte e non sempre chi ha ragione. Un modo per considerare la guerra smettendo di camminare retrovolti, quasi a ritenere che si tratti di una tragedia su cui si è depositata la ragnatela del tempo e non piuttosto la morsa omicida cui sono costretti anche oggi troppi (sempre troppi) innocenti. E soprattutto ad evitare attentamente tutte le celebrazioni retoriche che più che rendere onore alle vittime, rischiano di offenderle. Sul sito della Presidenza della Repubblica la giornata odierna assume il titolo di “Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle forze armate”. E se invece fosse la Giornata della cittadinanza, ovvero del contributo offerto da tutti i cittadini onesti per preservare l’unità e la dignità della Repubblica fondata sulla Carta costituzionale? Anche tra questi ci sono tante vittime. Perché le guerre moderne contano un numero di vittime enormemente superiore tra i civili rispetto a quelle militari. E allora almeno un minuto di silenzio oggi per cercare la verità della pace dentro di noi. 

 

 

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