Le parole impermeabili
Le parole impermeabili sono quelle che passeggiano indifferenti tra le fatiche e le sofferenze del mondo, ma anche tra le gioie e l’allegria. Capaci di moltiplicarsi come le bolle di sapone non comunicano e tantomeno ti scaldano il cuore, vivono - incuranti - il lusso dello spreco del tempo. Dribblano il cuore dei problemi con l'abilità di un calciatore di scuola brasiliana ma, diffidenti ed egoiste, si guardano bene dal passare la palla. Le parole impermeabili rimangono puntualmente illese nel fuoco incrociato del confronto, per loro stessa natura si smarcano come capitoni di vigilia da accuse, dardi e schizzi. Eppure le trovi con puntualità svizzera a pavimentare le cerimonie e le chiamano parole di circostanza. Deferenti in giacca e cravatta, le parole impermeabili sono trasparenti del vuoto che non ammetteranno mai. Incapaci di compromettersi sono sempre pronte al compromesso. Riescono persino a commuoversi a un funerale senza commuovere nessun altro se non se stesse. Eppure nessuno le denuncia perché quella loro impenetrabilità è contagiosa e conveniente, risultato dell’equilibrio calcolato e declinate secondo l’unica logica della prudenza. Alla fine forse dirai: “Ma come parla bene!” ma poi non ne ricorderai nemmeno una sillaba. Perché le parole impermeabili non fanno male a nessuno. E nemmeno bene.