L’ecumenismo del quotidiano
Senza voler sottovalutare l’importanza della riflessione teologica e dottrinale nonché il confronto dialogico tra le diverse confessioni religiose cristiane, mi sembra che vada facendosi largo una sorta di ecumenismo del quotidiano. Ne ho la conferma oltre che dalla pratica di amicizia e di frequentazione di fratelli e sorelle di altre confessioni, anche da un interessante articolo apparso ieri sul quotidiano cattolico francese La Croix dal titolo significativo: Quei giovani che praticano “l'ecumenismo del quotidiano” di Loup Besmond de Senneville. È amicizia, incontro, organizzazione in comune di eventi e iniziative, ma anche di attività e interventi sociali. Insomma è il superamento delle divisioni e persino dell’elaborazione teorica su ciò che ci unisce, nella pratica semplice del lavoro comune e nell’amicizia. Per certi versi a questo ci costringe nei fatti anche il confronto con le fedi non cristiane che non riescono né a riconoscere – e tantomeno a comprendere - le distinzioni che sopravvivono nel vecchio Occidente. Organizzare l’accoglienza per gli immigrati, gestire una mensa per chi non ha da mangiare, ma anche impegnarsi per la cura del creato-casa comune o prendere posizione a favore della pace, non è questione confessionale. E tutto questo aiuta a conoscersi, stimarsi e a camminare insieme. Semplice no?