Salvate Mohamed al Qiq
Di Mohamed al Qiq abbiamo riferito già nei giorni scorsi ma oggi ci preme ricordare che non è l'unico prigioniero politico palestinese recluso nelle galere israeliane a protestare ricorrendo al metodo nonviolento dello sciopero della fame. Non sappiamo quanti sono e si ribellano alla "detenzione amministrativa" che è uno strumento giudiziario quantomeno discutibile che si rinnova di sei mesi in sei mesi senza un capo di imputazione circostanziato, senza un processo e, di conseguenza, senza la possibilità di difesa da parte del recluso privato della libertà. Se continuiamo a parlare oggi di Mohamed al Qiq è solo perché ha superato ormai gli 80 giorni senza cibo e nei giorni scorsi, contro la sua volontà e mentre era legato al letto, gli hanno trasfuso forzatamente una flebo contenente vitamine. Croce Rossa, Onu e Associazione Medica Mondiale considerano l’alimentazione forzata un trattamento crudele e disumano, vicino alla tortura. A sentire i medici, nonostante la trasfusione, il rischio della morte o di danni permanenti irreversibili per al Qiq sono aumentati. Non ho visto finora appelli o iniziative. Proviamo almeno a scrivere sul profilo Facebook e Twitter (@Israelinitaly) dell'ambasciata israeliana in Italia: Salvate Mohamed al Qiq.