Anche la memoria fa paura

1 aprile 2016 - Tonio Dell'Olio

Forse perché i simboli sono importanti o, peggio, perché quel pensiero critico è tanto scomodo ancora oggi a distanza di 40 anni. Molto più banalmente è un gesto imbecillemente goliardico generato dal desiderio di vincere la noia. Sul litorale di Ostia hanno vandalizzato la stele che ricorda Pier Paolo Pasolini. Poi invece arriva la rivendicazione di una formazione che si firma Militia: “Ma quale poeta e maestro: frocio e pedofilo, era questo”. Uno striscione abbandonato nello stesso luogo e una telefonata a un’agenzia di stampa. Perché è evidente che i poeti non muoiono mai. Le parole gli sopravvivono come pietre contro le nostre coscienze al punto che tentare di squalificare la fonte concede l’illusione di poter prendere le distanze anche dalle sue stesse parole. Quanto sono importanti le parole! E le immagini. E la memoria. Per questo quelli di Militia oltre che alla violenza, devono ricorrere ad altre parole che suscitano soltanto compatimento. Nemmeno disprezzo. Solo commiserazione per chi ha paura anche della memoria.

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