Astensione che vergogna!
"Che i governanti ci invitino a non esercitare la democrazia astenendoci dal votare è una iniquità politica vergognosa: un’offesa a noi cittadini" – scrive in un tweet Enzo Bianchi. E non posso fare a meno di condividerlo, soprattutto quando vedo che quella considerazione è suffragata dalle leggi ancora in vigore nel nostro Paese a garanzia dell’esercizio pieno della democrazia. "Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare" non devono abusare delle loro funzioni costringendo a votare in un determinato voto, né inducendo all'astensione. Così recita l'art. 98 del Testo Unico del 5/2/1948 che regola la partecipazione alle elezioni. Al di là del quesito del referendum per il quale siamo invitati a recarci alle urne domenica 17 aprile, l'invito pressante all'astensione che proviene da alcuni rappresentanti delle istituzioni è una vera e propria minaccia alla democrazia partecipativa già fortemente in crisi. Insomma, non aiuta soprattutto sul piano educativo, della crescita democratica, della responsabilità. Partecipare, sentirsi protagonisti attivi del cambiamento, esserci, è vitale per la crescita di un Paese. Ma anche per i suoi cittadini. Andiamo a votare.