Vietnam la pace con le armi
La notizia è di quelle importanti, si direbbe storiche. Il presidente degli Stati Uniti d’America visita il Vietnam, una nazione che di fatto ha umiliato la Grande Potenza infliggendole una sonora sconfitta che è costata un numero incalcolabile di vite umane da entrambe le parti in guerra. Dopo più di 40 anni dalla fine del conflitto finalmente un riavvicinamento. E qual è il segno di questa nuova stagione che si apre? Gli USA tolgono l’embargo di armi cui era sottoposta quella nazione. Ovvero d’ora in poi gli Stati Uniti potranno ricominciare a vendere armi al Vietnam. A me sembra tanto un paradosso o per lo meno fatico a comprenderne il senso. Se non fosse per il fatto che un forte apparato militare viene ancora considerato una sorta di status symbol di una nazione. La forza di uno Stato non si calcola a partire dall’efficacia di questo nel garantire una vita dignitosa ai propri cittadini ma dall’efficienza delle proprie forze armate. Tant’è che nei giornali non mi pare di aver letto qualche obiezione. Al contrario l’accordo è stato salutato come un successo e un segnale significativo di distensione. O forse più semplicemente dobbiamo prendere atto ancora una volta che la lobby delle armi condiziona ancora fortemente i destini del mondo. Quanta strada abbiamo ancora da compiere per pensare (e realizzare) un mondo riappacificato!