Missioni militari lutto per la democrazia
Nella più completa distrazione del mondo dell’informazione, il governo ha presentato in Parlamento un decreto con carattere d’urgenza col quale intende ri-finanziare le missioni militari all’estero con 1,2 miliardi di euro. Ce lo ricorda Rete Disarmo con un comunicato. Il decreto-polpettone non fa alcuna differenza tra i diversi scenari di guerra in cui i militari italiani sono impegnati e pertanto non favorisce alcuna valutazione da parte dei parlamentari che si troveranno a votare in blocco missioni molto diverse tra loro: quella in Afghanistan che doveva terminare nel 2014, Libano, Kosovo, Libia, Iraq, intervento anti-pirateria nell’Oceano Indiano, Albania, Palestina, Mali, area del Baltico, Bosnia, Cipro, Somalia... Inoltre si continua a finanziare la collaborazione con le forze armate egiziane e - udite udite – si destinano 90 milioni per la cooperazione civile con un taglio netto di 16 milioni rispetto allo scorso anno. Un’operazione poco trasparente che non consente un dibattito serio e ponderato sugli esiti, la diversa tipologia, le modalità di intervento. La lobby dell’industria armiera se ne rallegra, il ministero della difesa è in festa perché trova la via per incassare ulteriori finanziamenti, la democrazia è listata a lutto.