Ripensare la pace
La Pace alberga nel cuore dell’uomo che si sforza di mettere in pratica valori come l’amore e la giustizia verso i suoi simili. L’individuo che ha l’incredibile fortuna di essere in Pace con se stesso e con il mondo intero, non ha paura di vivere la vita con tutti i suoi risvolti negativi che inevitabilmente, prima o poi, dovrà affrontare; non teme l’oscurità dei giorni più bui poiché conscio che in una scala di colori, i grigi sono validi come il rosso della passione o il verde della speranza.
«Per me la Pace è stare insieme, serenità, tranquillità e amore; è famiglia, serenità economica, libera convivenza con le altre culture; per me la Pace è la scomparsa delle divergenze tra gli uomini» Queste le parole di un ragazzo di 15 anni “che ha conosciuto solo la guerra nella sua breve vita”: la Pace appare come una vera aspirazione per un percorso lavorativo e sociale che, per svariati motivi, gli è momentaneamente precluso. In un mondo come il nostro, stravolto dall’orrore dei conflitti, la fame e la povertà, termini come “Pace” e “fratellanza” assumono un’eco ancora più ricca di significato. L’uomo del XXI secolo brama la Pace forse come mai prima d’ora; la fratellanza è insita nell’uomo così come lo è il rigetto per la violenza e il dolore, e, se queste ultime prevalgono, è solo per la paura. Le maggiori problematiche legate al rapporto tra gli uomini sono dovute alle cosiddette “fobie”; una su tutte la xenofobia, letteralmente paura dello straniero.
L’uomo teme ciò che non conosce, questa diffidenza si diffonde spesso in diversi ambiti; si rende guardingo arrivando a provare una diffidenza ingiustificata verso tutto ciò che non è uguale al mondo che conosce e da cui si sente rasserenato. Il cardinale Carlo Maria Martini diceva: “Potremmo dire che sulla parola ‘pace’ non c’è pace, perché lungo i secoli della storia e ancora oggi essa viene intesa in maniere molto diverse, spesso restrittive. L’antichità classica considerava la pace semplicemente come una tregua tra due guerre, costituendo le guerre una condizione quasi permanente dell’umanità. Oppure si può pensare a una pace imposta con la forza delle armi, con la conquista, come avveniva al tempo dei romani. Nella versione più moderna, c’è la pace sicurezza, che è il risultato dell’equilibrio del terrore, delle forze che potrebbero annientarci e che, quindi, potenzialmente si elidono. Nei suoi significati più profondi, la pace significa armonia: armonia dell’uomo con Dio, dell’uomo con il suo prossimo e dell’uomo con la terra. [...] La pace, dunque, è composta di tanti elementi, ha il suo culmine nella pace-comunione. E, tuttavia, non trascura le altre realtà e le altre situazioni terrene. Proprio per questo, è necessario continuamente ripensarla, riproporla nei termini attuali, affinché non sia una semplice astrazione, una semplice ideologia”. Creare le basi per una libera convivenza, abbattere ogni barriera ideologica e religiosa allo scopo di promuovere una genuina fratellanza tra gli uomini, questa è la missione chiamata PACE. Sta a noi aggiungere i piccoli tasselli che andranno a comporre i colori dell’arcobaleno su questa bellissima bandiera in modo di ritrovarci tra un po’ di anni a poter rispondere alla domanda dei nostri figli: “Papà cosa era la guerra?”.