ARTICOLO 6

Una nuova coscienza ecologica, strumento per costruire la pace

Federica Saladino, Alessandra Vinciguerra Classe III A, Liceo Scientifico Paritario “Pitagora” - Campus Don Bosco - Tremestieri Etneo (Catania)

Pace e ambiente sono strettamente collegati fra di loro e sono due beni da difendere nel mondo di oggi, in cui assistiamo a catastrofi climatiche e a crisi sociali sempre più gravi. Prendersi cura dell’ambiente è prendersi cura degli uomini stessi e della loro casa comune. Oggi purtroppo le ricchezze sono concentrate nelle mani di pochi , il venti per cento dell’umanità detiene l’ottanta per cento delle risorse e ciò è alla base dello sfruttamento sconsiderato delle risorse del pianeta. Tutto è asservito alla logica del progresso, ma di un progresso che asseconda gli interessi di poche persone.

Ci piace fare riferimento all’enciclica di papa Francesco Laudato si’,  in cui si ribadisce l’importanza di avere passione per la cura del mondo e si sottolinea la consapevolezza dell’interdipendenza tra tutte le creature.  E’ vero quanto si legge nella Enciclica: occorre recuperare una nuova consapevolezza, la coscienza di appartenere ad una  casa comune, dove,  se si vuole crescere bene e andare avanti, occorre avere rispetto dell’altro, comprendere che abbiamo bisogno gli uni degli altri e che è necessario crescere insieme, se si vuole ricercare un vero progresso.

È sotto gli occhi di tutti  l’uso che abbiamo fatto del nostro pianeta: abbiamo troppo sporcato e distrutto la nostra casa comune, fatto sciupìo di acqua e di risorse, di beni che la terra produce. Questo perché si dà molta importanza al bene immediato di ciascuno piuttosto che  al bene collettivo, ma occorre comprendere che prendersi cura dell’ambiente è come prendersi cura di sé stessi.

Spesso i problemi dell’ambiente sono affrontati con superficialità anche da noi ragazzi, perciò diventa sempre più urgente non rimanere indifferenti davanti a tutto ciò. L’inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua ha coinvolto l’intero pianeta e se l’uomo non riuscirà a trovare rimedi, le conseguenze saranno disastrose.

I cambiamenti climatici, ad esempio, danno origine a migrazioni di varie specie animali e vegetali e ciò provoca la riduzione di fonti necessarie per la vita, soprattutto nei paesi più poveri, aggravando i problemi già esistenti.

Come gruppo classe, abbiamo visitato nella Valle del Simeto un’azienda agricola dove si pratica agricoltura biologica;  ci hanno informato della diminuzione dei raccolti rispetto agli anni precedenti e ciò a causa dei mutamenti climatici, che stravolgono i ritmi biologici delle colture e  che si ripercuotono sull’economia.

Un’altra constatazione abbiamo fatto durante la gita scolastica, osservando il nostro mare dall’alto dell’aereo: non solo la presenza delle trivelle deturpa la bellezza del paesaggio con gravi ricadute sulla vita della fauna marina  e dunque sulla pesca, ma  la vista del nostro mare, sporcato dalla plastica e dai rifiuti, oltre che dal petrolio, ci interroga anche sul destino del nostro pianeta, su ciò che ne abbiamo fatto e sulle responsabilità di ciascuno di noi.

È vero, i “Grandi della Terra” hanno finalmente deciso di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera per far diminuire di qualche grado la temperatura del pianeta, ma basterà che siano i governi a prendere decisioni e a fare delle scelte? Non è forse necessario ormai comprendere che tutti dobbiamo operare dei piccoli cambiamenti nella vita di ogni giorno? La ricerca e l’uso delle fonti rinnovabili, ad esempio, è qualcosa che può riguardare l’impegno  di ciascuno, così come lo smaltimento corretto dei rifiuti  impone a  tutti  un nuovo tipo di educazione ecologica.

 La cura dell’ambiente è importante e ognuno di noi deve assumere  le proprie responsabilità. La pace oggi si difende anche recuperando alcune virtù “ecologiche”, quali la cura del creato, fatta di piccoli gesti, la capacità di convivere nella casa comune, la capacità di essere ospitali con gli altri e di condividere le risorse che la terra ci offre. 

Solo la consapevolezza di non essere separati gli uni dagli altri, anzi  di aver bisogno gli uni degli altri e la consapevolezza che ogni nostra scelta ha delle conseguenze sugli altri può aiutarci ad assumere nuovi stili di vita, nel rispetto della ricchezza che vi è in ogni creatura, cioè della “biodiversità” che caratterizza ogni uomo come pure ogni essere vivente.

Così  la pace “si vive” nella vita di ogni giorno e si “costruisce”, anche grazie a una nuova educazione ambientale, attraverso  i piccoli gesti di ciascuno di noi.

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