La parola nonviolenza

13 ottobre 2016 - Tonio Dell'Olio

In questi ultimi tempi si è cominciato a scrivere nonviolenza in una sola parola, sicché si è attenuato il significato negativo che c’era nello scrivere non staccato da violenza, per cui qualcuno poteva domandare: ‘va bene, togliamo la violenza, ma non c’è altro?’ Se si scrive in una sola parola, si prepara l’interpretazione della nonviolenza come di qualche cosa di organico, e dunque, come vedremo, di positivo (A. Capitini,  Le Tecniche della Nonviolenza, Milano, Feltrinelli, 1967, p. 9). Per queste e per altre ragioni un folto gruppo di studiosi e attivisti nonviolenti nei giorni scorsi hanno scritto una lettera all’Accademia della Crusca per chiedere che finalmente la parola nonviolenza possa essere inserita nel relativo dizionario enciclopedico e vocabolario della lingua italiana. Non si tratterebbe semplicemente di una legittimizzazione linguistica ma del riconoscimento di un processo, di una teoria e pratica che viene da molto lontano e che ha inciso profondamente nella storia dell’umanità forse più degli stessi conflitti armati. È come dire che si cerca semplicemente di trascrivere sullo spartito le note di una musica già conosciuta e che si continua ad eseguire in tanti angoli remoti del pianeta. Confidiamo negli accademici che hanno il potere di non lasciare orfano il pentagramma.

Ultimo numero

Rigenerare l'abitare
MARZO 2020

Rigenerare l'abitare

Dal Mediterraneo, luogo di incontro
tra Chiese e paesi perché
il nostro mare sia un cortile di pace,
all'Economia, focus di un dossier,
realizzato in collaborazione
con la Fondazione finanza etica.
Mosaico di paceMosaico di paceMosaico di pace

articoli correlati

    Realizzato da Off.ed comunicazione con PhPeace 2.7.15