Natale per non arrenderci al presente
Sento che il Natale, questo Natale, irrompe nei nostri giorni per ricordarci di non arrenderci al presente. A sussurrare all’orecchio di ciascuno che il presente non ci basta. Qualche giorno fa un’amica, solitamente un po’ sopra le righe, diceva che questo presente non ci merita. E non è che non lo amiamo questo tempo carico di nubi che impediscono la luce del sole. Vorremmo piuttosto trasformarlo nell’oltre. In un orizzonte che desideriamo, intravediamo e vogliamo avvicinare. Perché il presente non basta a Martino, trent’anni con laurea e master sudati per il massimo dei voti e delle conoscenze, che perde entusiasmo e speranza ad ogni porta che si richiude cortesemente blindata al suo bussare. Vorrei non si arrendesse al presente nemmeno Gilda a cui senza troppi giri di parole hanno detto che le metastasi ormai diffuse decretano chiaramente che non le resta molto tempo. Ma anche Mons. Dario de Jesus Monsalve, vescovo di Cali in Colombia e attivo mediatore di pace, vorrei che andasse oltre il presente che lo vede condannato a morte dai narcos e dai signori della guerra che qualche giorno fa gli hanno recapitato un messaggio in cui si legge che “il clero comunista” non merita di vivere. D’altra parte già il suo predecessore Isaías Duarte Cancino fu ucciso da una sventagliata di mitra nel 2002 mentre usciva da una chiesa. Che non si arrenda al presente la folla di coloro che subiscono le guerre e la miseria pianificate e alimentate da altri. C’è sempre un oltre che non ammette rese. Dobbiamo soltanto sforzarci di affrontare il tempo presente insieme. Ce lo ricorda un bambino piccolo e indifeso che nasce povero e si affida alle nostre premure. Dio che si fida di noi.